Il rilancio del cibo Made in Africa

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Il progetto Slow Food

Si chiama Slow Food ed è un progetto molto ambizioso. L’obiettivo è la valorizzazione del territorio africano, facendo leva in particolare sul suo capitale umano, mediante la diffusione sul mercato internazionale di prodotti alimentari Made in Africa, biologici e sostenibili. La nuova idea di Slow Food, associazione no-profit nata in Italia nel 1986, risale a circa 4 anni fa, quando un gruppo di volontari ha deciso di utilizzare mille orti africani per far iniziare la sua campagna ecosostenibile. Oggi il sogno di questi ragazzi si è realizzato, così come sono stati esauditi i desideri di migliaia di ragazzi africani che sono stati attivamente coinvolti nel programma. E si punta ai diecimila orti entro il 2016, questa la cifra che i ragazzi di Slow Food hanno apertamente dichiarato.

Si tratta realmente di una iniziativa lodevole sotto tutti i punti di vista. La terra africana ha subito, nel corso della storia, una serie di defraudamenti senza uguali, ultimo dei quali il celebre land grabbing, una strategia mediante il quale aziende e multinazionali, cinesi specialmente, acquistano massicciamente i terreni africani a prezzi stracciati, in una sorta di latifondismo vecchio stampo. Ora, attraverso il piano di Slow Food, viene offerta la possibilità ai giovani africani di apprendere come tenersi stretto e coltivare un pezzo di terra. Per tutta l’Africa sono stati attivati corsi finalizzati ad insegnare e valorizzare i prodotti locali, condividendo tradizioni e tecniche. La terra africana, infatti, è sempre stata molto ricca in questo senso, potendo vantare storie secolari e prodotti unici nel suo genere.

Che sia questa l’occasione buona per far scoprire al mondo i sapori e le delizie del continente nero, partendo magari dalla vaniglia del Madagascar, dal dattero tunisino, dalle numerose varietà di caffè etiope o dai singolari polli e galline diffuse su tutto il territorio.

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